Per Via

E quando fui salito sulle nuvole in alto alla montagna in arie chiare, il regno dei morti si aprì dinanzi a me: di mille antichi avi una tregenda, un balenio di spiriti guizzanti. E mi afferrò bizzarra l’intuizione che io non sono un singolo, un estraneo, che la mia anima, lo sguardo dei miei occhi, la mia bocca, l’orecchio, la cadenza dei passi non sono nuovi e non soltanto miei né la mia volontà che reputai sovrana.

Un raggio della luce io sono, una foglia sull’albero di stirpi innumerevoli le cui genti antiche vissero in boschi e in migrazione, ed altri scatenati di guerra in guerra ed altri ancora dei quali le dimore costruite con oro e legno raro nelle belle città si eressero splendenti.

Da loro sino allo sguardo silenzioso che mia madre ebbe nel morirmi è stato solo un certo e inarrestabile cammino sino a me, ed è lo stesso cammino che mi porta alla deriva dei tempi verso uomini di cui sono avo remoto e ne contengo nella mia la vita.

E quando fui salito sulle nuvole in alto alla montagna in arie chiare, si fece la mia vita e il mio occhio che scruta e il cuore che batte, un feudo inestimabile che grato io detenevo senza essere per questo possessore del suo valore e della sua bellezza che perciò non passa. Ed aleggiò sulla mia fronte, lieve, la fredda brezza delle cime.

Grazie ad Andrea C.  di Hermann Hesse

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>