Incedere lento di una giornata impervia.
La mente trasuda gocce di sangue,
brilla una lacrima come rugiada del mattino nei miei occhi.
Raccolgo frutti avvizziti di un amore spento,
alzo dolcemente la testa verso le stelle:
mi sento un pulviscolo che si agita nel vento.
Vorrei stasera una brezza leggera, calda, sottile,
vorrei un transito in luoghi ovattati dall’amore:
un caldo mare azzurro,
una sabbia sottile e bianca.
So che il senso della vita non è tormento e sofferenza
Ma pace, dolcezza, musica, amore.
Verrà per me il tempo,
quando sole e luna si incroceranno,
quando l’eclissi si scioglierà in un vento gelido di paura,
solo allora, la roccia arcaica del mio essere,
come lava di un vulcano ormai rappresa,
saprà indomitamente resistere al ghiaccio della steppa.
Grazie a Maria Angela B.